"[...]Ma il giorno che seguì, ti demmo al foco,
E agnelle di pinguedine fiorite
Sgozzammo e buoi dalla lunata fronte.
Tu nelle vesti degli dèi, nel dolce
Mele fosti arso e nel soave unguento;
E mentre ardevi, degli Acaici eroi
Molti corser con l'arme intorno al rogo,
Chi sul cocchio, chi a piedi; ed un rimbombo
Destossi che salì fino alle stelle.
Come consunto la vulcania fiamma,
Achille, t'ebbe, noi le candide ossa,
Del più puro tra i vini e del più molle
Tra gli unguenti irrigandole, su l'Alba
Raccoglievamo; e la tua madre intanto
Portò lucida d'oro urna, che dono
Dicea di Bacco e di Vulcan fattura.
Entro quest'urna le tue candide ossa
Con quelle di Patròclo, illustre Achille,
Giaccion: ed ivi pur, benché disgiunte,
L'ossa posan d'Antìloco, cui tanto
Sovra tutti i compagni onor rendevi,
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